Day #4 – Marigot

Come ogni mattina controllo di non avere ragni o scolopendre dentro le scarpe (accortezze necessarie ai Caraibi).

Porto Walter (un amico) a lavoro in aeroporto, così ho la macchina a disposizione (qui non si può vivere senza auto). Con “I love rock ‘n roll” a palla procedo lentamente (limite dei 30 km/h e dissuasori di velocità ogni 20 metri) verso Marigot, centro principale della parte francese dell’isola. Capatina al boureau du turisme per recuperare una cartina e mi butto in centro “città”.

L’acquazzone tropicale di ieri ha reso il clima ancora più umido. Con circa 30 gradi oggi si fatica a resistere, anche passeggiando all’ombra.

Proseguo verso il porto, quasi deserto: la maggior parte delle imbarcazioni è in secca per la bassa stagione e in vista del periodo degli uragani (agosto-settembre).

Affacciato sul porto un mercatino coperto, delizioso, in cui anziane signore di colore con copricapi coloratissimi “gareggiano” per il mango più buono di St. Martin. Devo dire che quello del fruttivendolo di Viale Montenero se la gioca QUASI alla pari.

Malheureusement scopro anche La Croissanterie, il posto in cui vorresti fare colazione a vita, seduto all’ombra, respirando il profumo del forno, guardando le barche della Marina Port La Royalle.

Pago il conto utilizzando anche 5€ con la veste grafica aggiornata e il gestore del locale impazzisce: chiama moglie, figlio e dipendenti a rapporto per mostrare a tutti la nuova banconota “que cette fille a apporté de l’Italie”. Stupirsi, stupire per cose a cui normalmente non avremmo dato peso: vivere su un’isola è anche questo.

Immagine

La Marina Port La Royalle a Marigot