Sveglia alle 7. Qui la giornata inizia presto e finisce presto, il sole scandisce il tempo. E’ incredibile come ci si possa adattare con tanta naturalezza ai ritmi del posto.
Caffè, rispondo a un paio di mail e approfitto dei compiti di Jules per fare un ripasso di geografia della Francia e un po’ di pratica con la lingua.
In spiaggia un biondissimo chitarrista rasta e un altrettanto bizzarro percussionista suonano chill out, animando il pranzo dei pochi ospiti presenti.
Trascorrono poche ore, tra una lettura e l’altra. La spiaggia inizia a svuotarsi, sono quasi le 4.
Mi viene offerto un cocktail alla fragola, segno che è quasi ora di rientrare a casa.
Doccia e piccolo tour a Gran Case. E’ la zona vicina all’aeroporto “L’espérance” (il peso del significato del nome è inversamente proporzionale alla lunghezza della pista di atterraggio), un’unica via con un “domino” di ristoranti, bar, locali su entrambi i lati. Tra questi il Calmos Cafe. I camerieri indossano T-Shirt con la scritta “C’est la vie”, che fanno venire voglia di scrollare le spalle per far fluire tutto il peso verso le caviglie solo a guardarle. Ne voglio una.
Dai tavolini, praticamente posti sul bagnasciuga si possono vedere le luci di Anguilla, lunga e piatta e, quelle delle barche non ancora rientrate in porto. E’ rilassante, come il “Bar chiuso…quando piove”, ma con la sabbia e le palme.
Una band suona pezzi noti, di ogni genere in chiave blues. Sulle note di “Ain’t no sunshine” a malincuore lascio quella meraviglia e si ritorna a casa.
Domani inizia la mia prima vera settimana come abitante dell’isola.
Calmos Cafe – Grand Case