Giorno di colloquio, sono le 10,27. Alzo gli occhi dal computer seduta al mio tavolino della Taste Factory, caffetteria (super) di Simpson Bay (hanno l’Illy, ho detto tutto!). Posto delizioso, pulito e curato, ottima pasticceria, peccato che per un espresso tu debba aspettare in media una mezz’ora. La lentezza dei baristi è inesplicabile, ma per un caffè decente questo e altro. Si potrebbe girare un documentario sui turisti americani e canadesi in coda alla cassa, poi se come sottofondo musicale c’è Bocelli che canta “venite adoremo” il put pourri si fa ancora più fragoroso.
Ah, il mio colloquio è con tale Samantha, proprietaria di un’agenzia di comunicazione ed eventi qui a St. Maarten, alle 11,00. La pubblicità mi ha attirata e accalappiata ancora una volta, temo sia un’idissolubile sposalizio, anzi no, un pacs.
Presa, ho iniziato ieri.
Dopo aver passato il week end febbricitante (un po’ perché avevo davvero la febbre che spero non ricompaia, un po’ a causa del mio stato di esaltazione per l’arrivo di Ro a St. Martin), facendo babysitting al figlio del diavolo per un numero di ore che mi sono sembrate infinite, il lunedì mattina la sveglia suona alle 7. Sono stanca, ma tutto sommato rilassata. Salto in macchina (come sempre in ritardo rispetto alla tabella di marcia che avevo premeditato) e ovviamente, arrivata a Marigot, resto bloccata nel traffico. Non sono una cattolica praticante, ma dopo dieci minuti in coda ho pregato.
Riesco ad arrivare in ufficio, al Puerta del Sol Plaza (che è un normalissimo palazzo moderno nonostante l’appellativo overpromise), spaccando il minuto.
Alle 12,30 la mia testa è già congestionata d’informazioni, il mio Mac non ha quasi più batteria carica nonostante stamattina fosse al 100% e il Burger King di fronte all’ufficio mi sta invitando a scofanarmi panino e patatite.
Resoconto del primo giorno: ho lavoro a sufficienza per passare la serata rispolverando brief, progress e query da proporre ai clienti che possono sempre tornare utili, una deadline parecchio vicina rispetto agli obiettivi da raggiungere (anche qui tutto è da realizzare entro ieri ma senza impanicarsi, belli sereni), mille connesse situazioni burocratiche da sbrigare e il panino del BK (come quello del McDonald’s di Corso XXII Marzo) lo digerirò tra un paio di giorni.
A cena mi sono cucinata una frittatina con i porri, così il mio colesterolo può tenere compagnia al mio ego “alle stelle”. Alè.
Non ci credo Fè. Ti sei fatta fregare 🙂
ahahah! sì, ma nulla a che vedere col passato 😀
nuovo impiego, lavoro vecchio, forza Fede